Arte e Monumenti
La Porta Santa
Territorio vario e suggestivo – fiume, lago, colline, visioni strepitose dai suoi boschi – nell’anno 1053 fu visitato dal Pontefice Leone IX. Brunone di Drasburg, Papa Tedesco, cinquantottenne, intrepido viaggiatore, e grande nella santità , si muoveva verso le Puglie, a contrastare le scorrerie dei Normanni (quel popolo nordico, bellicoso e caparbio) deciso ad impiantare un forte Stato, ai confini col Governatorato Pontificio. Il Papa trova sommerso l’antico Ponte Romano, l’unico per varcare il Biferno, e sosta a Guardialfiera fino al deflusso della piena, per passare poi all’altra sponda e proseguire alla volta di S. Paolo Civitate. Per la filiale e devota accoglienza tributatagli da Adelpherius, dal clero e dal popolo guardiese, elargisce qui la più antica forma di Indulgenza Plenaria Perpetua, donde la singolare Porta Santa di Guardialfiera, prima nella storia universale della Chiesa.
Alla Porta Santa, singolare portale gotico a piacevole mondatura, tutti gli anni, per un solo giorno, dal 1° al 2 giugno, è legato il lucro dell’Indulgenza Plenaria perpetua, “toties quoties”, come per le quattro Basiliche Maggiori di Roma, presso le quali è elargita ogni 25 anni, in occasione dell’Anno Santo.
Piedicastello
A Piedicastello, fiabesco borgo antico di Guardialfiera, vede la luce il 9 ottobre 1902 Francesco Jovine, una delle figure più alte del novecento letterario italiano. In questo antico villaggio edificato sulla roccia nel quale l’anima sogna il segreto del vissuto ed in cui si respira il suo tempo lontano, Jovine cresce ed ascolta l’affabulazione del babbo che gli narra angherie di potenti, raccapricci di contadini, burla di galantuomini. Nasce così la sua poesia, il suo fantastico mondo, il suo neorealismo letterario.
In questo suggestivo scenario ogni anno viene allestito il famoso “Presepe Vivente” di Guardlfiera.
Ponte di S Antonio
Allagato nel 1976-77 dalle acque del Biferno, la costruzione del Ponte di S. Antonio risale forse ai primi tempi angioini, se non pure senz’altro all’epoca romana, come il suo magi¬stero murario autorizzerebbe ad opinare. Ai tempi di Alfonso I di Aragona, e forse pel terremoto del 1456, esso uscì fuori dell’alveo fluviale e in parte crollò; ed ora è mutile, ma l’acqua bifernina ne lambisce di nuovo i solidi pilastri ed esso la saluta col moncherino dei suoi archi. Il Ponte di S. Antonio collegava Larino con Guardialfiera mediante la mulattiera di cui sussistono tracce frammentarie; e collegava altresì Casacalenda con Guardialfiera, e perciò è ubicato direttamente al termine della via mulattiera che da Casacalenda per Monte di Cece e S. Maria in Civita termina al fiume nella Bufalara.